DENSO: importanti consigli per valutare le condizioni della miscela di olio e fluido refrigerante

L’impianto di climatizzazione rientra ormai tra le dotazioni standard di ogni veicolo, di conseguenza le autofficine non solo devono essere in grado di gestirne la manutenzione e la revisione in maniera competente, ma devono anche saper riconoscere i vari problemi correlati al mancato rispetto delle procedure di installazione dei vari componenti di ricambio.

Uno dei passaggi più spesso trascurati è la valutazione delle condizioni della miscela di olio e fluido refrigerante dell’impianto, procedura estremamente importante nei casi in cui l’autofficina non sia a conoscenza dello stato di manutenzione del veicolo o non abbia precedentemente eseguito interventi di assistenza o riparazione dell’impianto di climatizzazione.

Oltre ad agevolare la diagnosi di altri potenziali guasti, conoscere le condizioni della miscela di olio e fluido refrigerante fornisce al tecnico la base di partenza da cui trarre le decisioni successive riguardanti l’intero impianto di climatizzazione.

Il processo di valutazione

Si comincia utilizzando un indicatore di livello; strumento indispensabile per la manutenzione e la revisione dell’impianto di climatizzazione, dal momento che permette ai tecnici di osservare la miscela di olio e refrigerante al suo interno per valutarne le condizioni in maniera accurata e, soprattutto, consente di evitare di danneggiare inavvertitamente la costosa apparecchiatura per la revisione dell’impianto di climatizzazione con olio e refrigerante contaminati.

Cosa cercare

L’esito auspicabile della valutazione è una miscela di aspetto chiaro e trasparente, poiché indica che il fluido refrigerante e l’olio sono perfettamente mescolati e che la miscela è in ottime condizioni. Se è di colore giallo tendente al verde e di consistenza simile, il risultato è lo stesso ma, in questo caso, indica la presenza del colorante UV aggiunto alla miscela per evidenziare eventuali perdite durante l’ispezione alla luce ultravioletta. La presenza del colorante UV, tuttavia, richiede alcune riflessioni.

Prestare attenzione al colorante UV

Il colorante UV va aggiunto alla miscela una sola volta, deve essere di tipo approvato SAE ed in una concentrazione compresa tra tre e cinque cc per impianti fino a 1.000 grammi di refrigerante. Concentrazioni più elevate di colorante ridurranno le proprietà di lubrificazione dell’olio, con possibili ripercussioni sul funzionamento di altri componenti dell’impianto di climatizzazione, tra cui il malfunzionamento del compressore.

È necessario anche tenere in conto che alcune macchine per la ricarica dell’impianto di climatizzazione sono programmate per aggiungere automaticamente il colorante UV, motivo per cui la prova iniziale con l’indicatore di livello è tanto importante. È altresì importante sapere che alcune case automobilistiche, tra cui BMW e Toyota, non permettono il ricorso ai coloranti UV durante il periodo di garanzia del veicolo.

Esiti negativi

Una miscela di colore grigio chiaro, indica la presenza di eccessiva umidità, sebbene la combinazione di refrigerante e olio sia corretta, e richiederà la sostituzione del filtro essiccatore o dell’elemento filtrante del condensatore sub-cool, oltre al lavaggio dell’intero impianto.

Se la miscela ha un colore chiaro, ma presenta due strati diversi, indica che l’olio e il fluido refrigerante non sono miscelati. Questo perché, contrariamente a quanto potrebbero suggerire alcuni fornitori, l’olio PAO universale e il refrigerante R134a non sono compatibili e non si mescolano correttamente. Oltretutto, l’olio PAO non deve mai essere usato nei compressori DENSO.

Una miscela dall’aspetto chiaro e lattiginoso, ma stratificato, indica che nell’impianto sono stati usati due tipi di olio. Pertanto, nonostante il refrigerante sia stato miscelato con il corretto olio PAG originale, l’olio PAO presente rimane separato.

Una miscela stratificata, ma dall’aspetto torbido, indica lo stesso problema dell’esempio precedente con l’aggravante dell’eccessiva umidità che complica ulteriormente le cose, perché oltre a impedire la miscelazione, provoca la formazione di particelle di paraffina che, per esempio, possono andare ad ostruire la valvola di controllo, distruggendo il compressore.

Particelle nere all’interno della miscela indicano la probabile presenza di residui di gomma provenienti dal tubo di scarico. Con il tempo, infatti, questo può deteriorarsi e rompersi contaminando la miscela.

Se durante interventi su veicoli elettrici, ibridi e veicoli dotati di compressori a spirale azionati elettricamente, che dovrebbero utilizzare olio DENSO ND-oil 11, la miscela presenta un aspetto lattiginoso, ciò indica una contaminazione da olio PAG, a dispetto dell’apparente buona miscelatura. Gli oli ND-oil 8 e ND-oil 12 (PAG) non possono essere usati in combinazione con olio ND-oil 11 (POE) dato che, nonostante il refrigerante si mescoli con entrambi, i diversi tipi di olio non sono in grado di miscelarsi tra di loro. Inoltre, se usati nei compressori a spirale azionati elettricamente e lubrificati da ND-oil 11, gli oli ND-oil 8 o ND-oil 12 possono causare il corto circuito del motore elettrico del compressore.

Esistono altri due esempi che vale la pena sottolineare, uno relativamente comune e l’altro, fortunatamente, meno.

Se l’olio si presenta di colore nero, indica un problema precedente che ha richiesto il lavaggio dell’impianto al fine di rimuovere i residui prima che fosse riempito nuovamente. È evidente, tuttavia, che il risciacquo non è stato eseguito in maniera adeguata, e la nuova miscela è stata contaminata dai residui di olio sporco e bruciato, il che significa che sarà necessario procedere con un nuovo lavaggio.

Infine, è sempre bene prestare attenzione alla presenza di residui in prossimità di giunture o connessioni dell’impianto di climatizzazione, in quanto indicano che l’impianto è stato precedentemente sottoposto a un trattamento anti-perdita. In ogni caso, il liquido di tenuta non dovrebbe mai essere utilizzato all’interno dell’impianto di climatizzazione, dato che si solidifica a contatto con l’aria o con l’umidità.

Quindi, in presenza di prove che indichino il precedente utilizzo di un liquido di tenuta, non collegare l’attrezzatura di ricarica poiché, oltre a risultare impossibili da rimuovere dall’impianto di climatizzazione che, a questo punto, dovrà essere sostituito, i residui del liquido di tenuta contamineranno la macchina danneggiandola.

Conclusione

Una volta valutate le condizioni della miscela, il tecnico sarà in grado di prendere le giuste decisioni in merito alla manutenzione o alla revisione del resto dell’impianto di climatizzazione. Tuttavia, qualora si riveli necessario procedere alla sostituzione della miscela e al lavaggio dell’impianto di climatizzazione, è bene tenere a mente due aspetti importanti: innanzitutto la quantità di olio da reintrodurre nell’impianto, che deve corrispondere esattamente alle specifiche del produttore del veicolo e, in secondo luogo, la probabilità che anche altri componenti dell’impianto debbano essere sostituiti e, di conseguenza, la necessità di seguire la corretta procedura di installazione al fine di prevenirne il successivo cedimento.

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